Una matita: l’unica arma che riconosciamo in un paese democratico!

lunedì 22 marzo 2010 |

Dopo aver guardato la puntata di report sui doppi incarichi, sono ormai certa che il PD stia combattendo una battaglia usando le uniche armi democratiche possibili, il confronto e il dialogo, oltre e soprattutto a proposte concrete, in un paese nel quale chi governa usa le armi della menzogna, dell’insulto e dell’intimidazione oltre che del furto legalizzato. Non mi stupisce che Berlusconi non ritenga opportuno un faccia a faccia proprio con Bersani, affermando che “le dichiarazioni quotidiane nei nostri confronti ci hanno fatto perdere fiducia che si possa arrivare ad un interscambio produttivo e basato sulla realtà”. Il tema centrale non riguarda la fiducia ma la paura, comune a tutto il centrodestra, di un confronto vero in particolare su uno dei temi fondamentali per il nostro Paese in questo momento: la crisi economica.
Sono molti gli elettori che affronteranno il prossimo 28 e 29 marzo forse senza riconoscersi ancora pienamente nel PD ma nell’impossibilità di tollerare di venire governati da chi afferma che la magistratura vuole “sovvertire l’assetto istituzionale”, che nel processo Mills i magistrati erano “comunisti” (già altre volte da lui definiti “talebani” “che perseguono fini eversivi”) fino all’attacco nei confronti della questura di Roma dove, secondo il capogruppo Pdl alla Camera, “qualcosa che non funziona” rispetto ai numeri della manifestazione di sabato 20 marzo.
E’ in questo clima che la campagna elettorale ed il messaggio del segretario Bersani rappresenta una battaglia per la democrazia che, per usare le sue stesse parole, combatteremo domenica e lunedì prossimo usando l’unica arma che riconosciamo in un paese democratico: una matita.

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